Prima di procedere a narrare le leggendarie vicende del Korrierino2021 vorrei rubare qualche secondo del vostro tempo, cari lettori, per motivarvi l’uso massivo, che avrete sicuramente notato, nel blog e nel sito del termine “ignoranza”.
Il modello stilistico a cui lo scrivente, nella sua pur modesta capacità, cerca di richiamarsi è quello della letteratura umoristica britannica di fine ottocento che trova in Jerome K. Jerome e nei suoi tre uomini in barca (per non parlare del cane) il massimo esponente. Il lavoro del vostro cronista potrebbe sembrare però più difficile, in quanto gli eventi carristi vedono sempre più di tre soggetti, quindi le linee narrative da tessere potrebbero sembrare molto più complesse.

J.K.Jerome
E’ qui che subentra la parola “ignoranza” che permea i nostri racconti.
L’Ignoranza è il fil rouge che lega i personaggi delle nostre storie, il minimo comune multiplo (oltre alla appartenenza al corpo dei carristi) che rende la narrazione non più un’intrecciarsi di storie, ma un’unica storia dove gli interpreti si muovono come un tutt’uno guidati dalla loro stella polare, l’Ignoranza per l'appunto.
Ed è per questo, e me ne scuso ancora con i lettori, che troverete spesso questo termine e non un suo sinonimo nelle nostre cronache.

Socrate
Il suo uso vuole però enfatizzarne l’interpretazione socratica della parola, del resto anche il termine latino “ignorantia” deriva dal greco “gnorizein” con prefisso “in”, cioè mancanza di conoscenza.
Socrate “sapeva di non sapere”, quella del carrista è una “Docta Ignorantia”, una ignoranza fonte di sapienza che spinge il carrista alla continua ricerca (di maniere di farsi male…ma questo lo ometterei) e, alla fine, alla consapevolezza d’essere diverso dagli altri e, per iperbole, più sapiente.
Terminata questa lunga premessa, cari lettori…o almeno chi è riuscito ad arrivare fino qua, vi ringrazio per la pazienza e passerò a narrarvi le epiche (anche questo è un termine il cui abuso un giorno dovrò giustificare) vicende del Korrierino2021 che troverete qui.