Entanglement
Il testo
entanglement {sostantivo}
/ɛnˈtæŋɡəɫmənt/
Dopo Entropia nata dalle riflessioni di Stoccarda 2022, ho cercato quale è la traccia lasciata nella mia vita dal Devon 2023, ammesso che ci fosse.
Ho aspettato qualche mese per lasciare sedimentare le emozioni, le immagini, i ricordi e in questo mese ho fatto come un cercatore d’oro, setacciando piano piano quanto rimasto nella mente e nel cuore di questi tre giorni speciali e non sicuro che sarebbe rimasto qualcosa di duraturo.
Invece eccola li la mia pepita d’oro, il nocciolo dell’esperienza in comune del 2023, quello che trasforma una vacanza in un’esperienza e che rende gli eventi letteralmente incomparabili.
ENTANGLEMENT
Rubo anche questa volta una parola alla fisica per raccontare quello che fisico non è. Del resto rubo il termine che descrive uno dei fenomeni più bizzarri e contro intuitivi della fisica e quindi forse il più adatto a descrivere un’aspetto dell’animo umano anomalo perché va contro l’atavico egoismo primordiale ma che mi sorprendo spesso ad osservare quando sono con la mia tribù, un coacervo d’esseri diversi ma uniti come per magia.
Entangled, è l’unica maniera che ho trovato per descrivere efficacemente le persone del mio gruppo d’amici, quello che scherzosamente tra noi diciamo “il mononeurone”.
Innanzitutto cosa è l’entaglement in fisica e perché è così adatto a descrivere noi? Non voglio farla complicata (perché in realtà è veramente complicato), ma in parole povere è quel fenomeno che lega due particelle ovunque esse siano, a qualunque distanza e in qualsiasi stato esse siano. Se succede qualcosa a una, succede immediatamente anche all’altra (con spiegazioni cervellotiche per far fronte a un’apparente rottura delle leggi della relatività).
Ecco perché è la parola giusta per noi; siamo legati, intrecciati pur se la cosa sembra contraria alle normali regole della vita, che vedono le amicizie comparire e svanire in funzione degli eventi della vita. Poi più sono le persone più sono alte le probabilità che le normali maree del tempo ti portino inevitabilmente verso correnti divergenti, altri lidi.
Uno di noi ha scritto parole bellissime negli auguri di Natale dell’anno scorso “a noi che ci conosciamo profondamente” e oltre che belle erano colme di verità e direi quasi di meraviglia per questo strano stato di reciproca comprensione.
Io penso che quello che è nato nella campagna fangosa di Ozzano Emilia e in diverse amene località in giro per la nostra splendida Italia, non sia però solo una conoscenza profonda, ma qualcosa di ancor più intrecciato, entangled appunto.
Durante la vita sono tante le persone che arriviamo a conoscere profondamente (anche se forse sono molto meno di quelle che pensiamo), ma di quante di queste possiamo dire d’essere sempre in sintonia pur con idee anche molto diverse, di quante possiamo dire che il piacere dello stare insieme sia superiore dell’affermazione del proprio io?
Con i ragazzi conosciuti nel 90 e ritrovati negli anni duemila abbiamo percorso traiettorie simili; l’amicizia da ragazzi, i doveri sociali della famiglia, la riproduzione, la sistemazione economica. Ma è a questo punto che si scatena la forza della connessione oltre le leggi della fisica; in teoria dovevamo avere a questo punto vite su binari paralleli senza più punti di contatto se non casuali; in teoria….
E’ negli anni 2000 che quella connessione creata anni prima, nella vita spensierata della gioventù, rinasce, partendo da un seme che non è mai venuto a mancare, il ritrovo annuale del 1 Maggio. E’ su questo appuntamento granitico, su questo ritrovarsi, questo rito pagano ripetuto annualmente che si inizia a vedere un rinascimento del sentimento d’appartenenza a un gruppo particolare che via via cresce, anno dopo anno. Gli atomi che dopo il congedo erano schizzati per tutto l’universo sentono una forza nuova che li lega, li richiama, li spinge a cercarsi e a ritrovare tutto ciò che c’è di comune.
Sono ormai diversi anni che un’eterogeneo gruppo di una quindicina di persone sente l’esigenza di vivere momenti e esperienze insieme, di uscire dal quotidiano e ritagliarsi uno spazio comune al gruppo, con codici di comportamento condivisi, sensibilità percettive collettive. Momenti che cementano una amicizia ed una reciproca conoscenza in sempre nuove esperienze, costruendo strato dopo strato un’affinitità che prima era elettiva ora è sempre più complice.
Ed è bello vedere come tutti noi usciamo periodicamente dalle nostre vite per ritrovarci ed entrare nello stato entangled. Io non so cosa fanno i miei amici tutti i giorni, come si comportano con le altre persone, con le loro famiglie, con i loro problemi, ma…
Ma quando siamo in connessione (che si sia insieme o che si stia chattando poco conta) io so (o almeno penso di sapere) cosa passa per la testa di tutti quanti. Mi viene da pensare ai banchi di pesce o agli stormi di uccelli. Presi singolarmente sono esseri liberi ognuno con le loro traiettorie, ma quando sono insieme sono una cosa sola, si muovono come un unico organismo, pensano nella stessa maniera (e la cosa mi terrorizza), cellule di un unico sistema senza la necessità d’esprimere esplicitamente quanto stanno sentendo o cosa vogliono fare perché magicamente percepito da tutti.
E’ qualcosa di forte che non penso d’essere in grado di descrivere; è più che leggere tra le righe, è più che interpretare meta messaggi, è più di comprendere il paraverbale. E’ essere Entangled, oltre le barriere dello spazio e delle nostre vite private. E non penso che tutto ciò sia solo l’evoluzione di esperienze passate in comune, ma che sia una vera risonanza di percezioni collettive che si alimenta delle nostre singolarità e le trasforma in volontà collegiali che ci portano a vivere serate ed avventure sempre in sintonia e con l’entusiasmo di bambini. Qualcuno potrebbe obiettare che potrebbero essere i primi segnali di demenza senile, ma anche fosse, sarebbe incredibile perché sarebbe una demenza entangled, comune a tutti e sincronica, quindi in grado lo stesso di generare la positività che caratterizza ogni incontro KBF.
Questa volta da queste mie riflessioni parafisiche non voglio trarre nessuna considerazione su il perché siamo arrivati qui e cosa ha creato questa coesione umana. Sarebbe facile indicare le giornate spese insieme come il collante che ha generato tutto quanto, ma personalmente non penso che sia sufficiente a spiegare chi siamo. Mi è facile immaginare che nella vita di tutti noi ci sono persone che frequentiamo o abbiamo frequentato molto di più che il nostro gruppo, ma io, e parlo personalmente, non penso di sentire nei confronti di nessuno (tolti i famigliari stretti) il senso di comunità, di mononeuronismo che provo quando sono con i KBF.
E siamo entangled anche nelle sfighe: un atomo perde un testicolo, fiaccato da anni di guerre a livelli inimmaginabili e, automaticamente, un altro atomo ricostruisce il sistema pneumatico di sollevamento pene; una particella perde la milza e un’altra prova a distruggersela a sua volta in un tremendo salto in mtb di 10 cm, un protone che vende maiali vuole provare il suo prodotto e si impianta nel cuore una valvola di porko e l’altro protone, elettricista, a sua volta testa la sua merce con ripetuti elettroshock cardiaci, un positrone fallisce (e diventa povero) e un altro fallisce (ma diventa ricco). E siamo preoccupati quando succede una sfiga a qualcuno, perché probabilmente a breve la forza dell’entanglement potrebbe colpire qualcun altro.
Nessuno sa cosa succederà domani, ma se dovessi scommettere su chi ci sarà ancora a farmi passare del tempo di valore io scommetto sui KBF, non un gruppo di persone, ma una unica entità a composizione flessibile di esseri legati a livelli quantici.
Mi sono commosso, scoprendo di appartenere a questo particolare “scherzo” della fisica