Vulcanologia e Senilità

Master in Vulcanologia Senile

Era un nebbioso autunno del 1990…

(questa è la cronaca del 2 Aprile 2022...per le immagini segui il LINK)

L’incipit potrebbe sembrare un po’ ridondante, in quanto il luogo di cui parlerò è Foce Reno, un luogo dove la nebbia è perenne almeno 6 mesi l’anno.

La novella prima compagnia carri del Battaglione Calzecchi era appena arrivata dalle calde spiagge del Salento e faticava a riacclimatarsi al natio clima padano.

L’addestramento però non poteva conoscere sosta, il karrista doveva formarsi per diventare il combattente più spietato dell’esercito Italiano, quindi continui bagni di fango in area addestrativa ad Ozzano e per sparare qualche colpo ci si doveva trasferire al poligono militare di foce Reno.

Dovete sapere che l’amena località di Foce Reno si trova in una infelice striscia di sabbia posta tra le valli di Comacchio, il pantano Adriatico e, appunto la foce del fiume Reno. La zona è fondamentalmente conosciuta per le anguille, le zanzare e la nebbia…il posto migliore dove mettere un poligono di tiro.

Una nebbiosa mattina di autunno inoltrato i nostri furono caricati sui cassoni degli ACM e depositati semiassiderati sulla lugubre battigia adriatica, pronti a sparare a fantomatici obiettivi in mare. Fantomatici perché non ci si vedeva una cippa, men che meno gli obiettivi.

Dalla spasmodica attesa del miglioramento delle condizioni meteo è nata, con il solito colpo di genio karrista, l’occasione per far fruttare al meglio il tempo: la costruzione di un vulcano di sabbia!!

Osteggiati ed ostacolati in un primo momento da ufficiali e sottufficiali, alla fine il potere katartico del vulcano di sabbia ha colpito tutti e truppa e ufficiali hanno insieme terminato l’opera maestosa.

Tutta questa premessa per spiegare come mai 11 karristi ormai avanti con l’età si sono dati raduno su una più civile spiaggia di Marina di Romea il 2 Aprile 2022…32 anni dopo.

La scusa era quella di andare a mangiare il pesce, cosa riuscita grandiosamente presso il ristorante Molinetto grazie alla organizzazione del Karrista Amore; in realtà l’obiettivo di tutti era riproporre la costruzione del vulcano a conferma che il tempo non aveva sconfitto le nostre capacità ingegneristiche ed architettoniche.

Ovviamente il vulcano è stato riproposto in una veste aggiornata tecnologicamente, a pellet ed iniezione a diavolina, ma quello che veramente importava era ritrovarsi come un tempo a guardare volute di fumo uscire da una montagnetta di sabbia.

Altra cosa importante della giornata è stata aver riagganciato due karristi non abituati ai raduni dei KdBF: il karrista Amore e il Karrista Cantoni.

p.s. durante il pomeriggio in spiaggia c’è stato anche il tempo per un’altra attività tipica della terza età: far volare l’aquilone…e con questo concludo la cronaca della giornata che ci vedeva rimontare in macchina e tornare verso casa, pronti per il prossimo APPUNTAMENTO per eccellenza: il Primero.

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