Korrierino 2021
Day Two: Once were Bikers
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Mountain Bike Senza Paura
I boschi di conifere circondavano la radura che si apriva vuota, silenziosa e fredda.
La truppa, sfinita dagli eventi dell’ultima ora, era rinchiusa nei propri pensieri, curando la propria attrezzatura, mangiando qualcosa, pensando ai propri cari lontani.
Poi da un taglio nel muro verde compare un’ombra, quasi un fantasma. Il suo mezzo vola e copre lo spazio della radura in un balzo d’orgoglio e resilienza.
Lo sentiamo chiaramente pregare il suo Dio (la parola Dio c’era di sicuro…) per avergli dato la forza che lo aveva condotto qui.
Solo un’ora prima era isolato in mezzo alla foresta, con un mezzo che ormai odiava e non poteva essergli più d’aiuto, circondato da rumori di pericoli in agguato (scoiattoli??), senza poter fare niente per uscire da quell’inferno verde ed umido. Si, un’umidita che permeava i vestiti ed il cuore, che spegneva ogni ardore. Un’umidità che in confronto le Ardenne sembravano una località termale.
Ma da quella nebbia è spuntato il suo amico, quello che non avresti mai detto, ma che nelle difficoltà si trasfigura. “Non si lascia indietro nessuno”, e il suo amico, praticamente già in salvo nella radura, è tornato a buttarsi nella foresta per recuperare l’ultimo della pattuglia. Gli è stato accanto, a una giusta distanza per motivarlo ad andare avanti (mentre lui continuava a pregare il suo Dio). Ha cercato di capire le sue sofferenze, senza soffermarsi troppo sul perché avesse così male al culo (impossibile che siano stati solo gli avvenimenti della mattinata…forse c’era una situazione notturna pregressa).
E così piano piano, preghiera dopo preghiera, lo ha trascinato fuori dal suo personale inferno, ridandogli la dignità e la forza per spuntare fuori da quel muro d’abeti a raggiungere la pattuglia che lo aspettava a bordo prato.
Qui Barabba lo ha medicato, una medicina forte che lo ha rimesso in forma nel fisico e nel cuore, che lo ha tornato a trasformare nel fulgido esempio di Karrista che è sempre stato.
Mi rendo conto che forse sto esagerando…ma l’epica è epica, probabilmente anche Achille era un nanerottolo di mezz’età con la pancia, ma tutti noi ce lo immaginiamo come Brad Pitt.
E’ in questo momento che si raggiunge il climax drammatico della giornata in MTB, è in questo momento che trova sintesi tutto quello che si è svolto nelle ore precedenti, che la narrazione si trasforma da cronaca a filosofia: l’uomo che perde la luce ed il senno oppresso dagli eventi della vita e che aiutato da un’angelo biondo che spunta dalla nebbia ritrova se stesso e la voglia di fare bagni di gong.
Ecco perché la nostra storia inizia dalla fine.
Ripercorrendo gli eventi dall’inizio, la giornata si era aperta con una bella colazione e tutti con gli occhi al cielo per capire come vestirsi e se sarebbe piovuto (occhi al cielo è una frase figurata, in quanto eravamo immersi nelle nuvole e di cielo neanche l’ombra).
Attrezzati con i migliori materiali tecnici disponibili per un giro in MTB (compresa una maglia da Capitan America!!) ci siamo trasferiti al noleggio bici, dove s’aspettavano di non vederci e ci hanno accolto con un “siete veramente dei temerari…”.
Avremmo dovuto capire qualcosa, ma il carrista quando si dà dei programmi non arretra neanche di un millimetro, cuori d’acciaio che non sanno cos’è il timor!!!
Prese le bici, scattata la foto di rito, si è iniziato a pedalare, perdendo la strada dopo 1 km! (e segnare che c’era un sottopasso no??!!), ma riacquisito il sentiero ci siamo bevuti con entusiasmo i primi km, con qualche rischio alle prime discese e con la bici settata a turbo alle prime salite, facendo affermazioni forti tipo “torno a casa e me la compro”.
Sentiero direzione Molveno, bosco e pioggerella ma truppa compatta. Ad un certo punto un’incrocio segnava un sentiero pericoloso è il gruppo si è diviso: gli ardimentosi per il sentiero e i lucidi sulla forestale. Dopo 20 minuti eravamo nello stesso rifugio, perché ovviamente, nel frattempo gli ardimentosi si erano persi e alla fine erano arrivati a bere the caldo con noi. Sotto, in mezzo le nuvole, il lago di Molveno.
Nella discesa verso Molveno (dopo una piccola ricarica anche alle bici) è scattato il primo sintomo dell’Ignoranza carrista (se già il partire non fosse da considerarsi una scelta ignorante). Fatti 300 mt su una prudenziale forestale ci siamo buttati giù per i primi trail della giornata “Blade Runner” e “Goonies”, arrivando velocemente e inaspettatamente sani a Molveno.
Da qui è iniziato l’inferno descritto all’inizio: sentiero 789, 4km per 600mt di dislivello, punte di pendenza al 25%. Qui ogni carrista ha raccolto ogni energia del proprio spirito forgiato nel 1990 (e della batteria della bici) e scalato questo Stelvio dell’anima, ognuno con i propri tempi, ognuno con i propri fantasmi.
Come avete letto prima un crollo c’è stato, ma non è stato totale; l’orgoglio carrista e il supporto del capo borga ha trascinato anche il più fragile fuori dal bosco maledetto e alla fine ci siamo ritrovati tutti nel prato di Gaggia.
Da qui, un rapido controllo al meteo e alle condizioni della truppa ci ha fatto decidere per il rientro verso la base percorrendo altri due trail divertenti: “Zanna Bianca” e “Willy Wonka”. La velocità dimostrata da tutta la truppa in discesa ci ha impressionato e confermato che facevamo bene a fermarci perché qualche vena si stava già iniziando a chiudere . Cosa che, combinata con la condizione dei sentieri , poteva portare ad un’esito della giornata meno felice.
Arrivati alla partenza ci siamo rifocillati, consegnato le bici, ritrovato Cavallo, docciati e, felici e contenti, abbiamo concluso il Korrierino 2021. Pronti per un’altra avventura e per il rpossimo appuntamento Karrista!!